Programma integra, uno dei partner italiani di AMIL – Alliance Multi-stakeholders for Migrants Integration and Labour, iniziativa europea volta a promuovere l’integrazione sostenibile dei cittadini di paesi terzi nel mercato del lavoro, approfondisce in questo articolo le ragioni per cui Italia, Cipro e Grecia sono stati scelti come paesi chiave per la partecipazione al progetto e analizza le attuali condizioni dei migranti nel mercato del lavoro europeo.
Perché proprio Italia, Cipro e Grecia?
Questi paesi si trovano lungo importanti rotte migratorie e sono i principali punti di arrivo per molti migranti e rifugiati provenienti da Africa, Asia e Medio Oriente. Questa realtà li ha resi centrali per l’implementazione di progetti come AMIL, volti a migliorare l’integrazione economica e lavorativa di questi nuovi arrivati. Ma non si tratta solo di posizione geografica: ci sono anche sfide economiche e sociali che rendono necessario un approccio mirato.
Il mercato del lavoro dei migranti in Italia
L’Italia, in particolare, sta affrontando forti disparità occupazionali tra cittadini nativi e stranieri. Nel 2023, il tasso di occupazione per i lavoratori migranti era del 63,4%, rispetto a un 66,6% per i nativi. Tuttavia, ciò che preoccupa di più è la precarietà del lavoro: il 36% dei migranti aveva un contratto a tempo determinato, mentre solo il 12,7% dei lavoratori italiani era in questa situazione. Questo evidenzia un mercato del lavoro frammentato e poco inclusivo per i migranti, con necessità urgenti di riforma.
La situazione in Grecia e Cipro
La Grecia presenta un quadro ancora più complesso. Con un tasso di disoccupazione del 22,2% tra i migranti, è evidente che le opportunità lavorative per questa popolazione sono fortemente limitate.
Anche Cipro, nonostante le sue dimensioni più ridotte, condivide problemi simili, con livelli di partecipazione alla forza lavoro significativamente inferiori rispetto alla media dell’Unione Europea.
In tutta Europa, i migranti spesso lavorano in condizioni più precarie rispetto ai cittadini nativi, con contratti temporanei e minori tutele lavorative. Questo fenomeno è particolarmente accentuato in Italia e Grecia, dove le disparità tra nativi e stranieri nel mercato del lavoro sono tra le più pronunciate.
Il ruolo di AMIL
Progetti come AMIL sono vitali per affrontare queste sfide. Attraverso la metodologia MEIC (Migrants Economic Integration Cluster), il progetto punta a migliorare le competenze dei migranti, facilitare il loro accesso al lavoro e promuovere politiche di inclusione più efficaci. L’idea è non solo di integrare i migranti, ma anche di rafforzare il tessuto economico e sociale dei paesi ospitanti, offrendo soluzioni innovative e inclusive.
In sintesi, l’Italia, Cipro e la Grecia sono stati scelti per il progetto AMIL non solo per la loro posizione geografica strategica, ma soprattutto per le complesse sfide legate all’integrazione economica dei migranti. Questo progetto rappresenta un’opportunità unica per migliorare le condizioni di lavoro e ridurre le disparità tra nativi e migranti.
Per informazioni sul progetto AMIL – Alliance Multi-stakeholders for Migrants Integration and Labour, consulta la scheda descrittiva.
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